Confermando i dati del 2022, l’export di ortofrutta si conferma in grande ripresa nel primo trimestre 2023.
Spicca la performance di ortaggi-legumi (+20,8% in valore) e agrumi (+15,6%) , bene anche la frutta fresca (+4%). Il saldo positivo (354,4 milioni €) quasi doppia in valore quello del 2022 e quasi si azzera il divario in quantità. Calano visibilmente le quantità importate (-3,9% in quantità, -1,8% in valore), segnali di un mercato che in Europa si sta contraendo a causa dell’inflazione e delle difficoltà economiche delle famiglie che tagliano le spese ritenute a torto meno necessarie, visti grandi benefici in termini di benessere e salute dell’ortofrutta fresca. Indicazioni simili dalla frutta tropicale che cala vistosamente in volume (-10,1 %) ma che mantiene alti i valori (+2,2%) a conferma del segnale proveniente degli ultimi mesi dello scorso anno di un prodotto i cui valori in importazione risentono molto dell’inflazione.
L’export dei nostri prodotti principali segna numeri sostanzialmente costanti per le mele (+1,56%), i kiwi vedono aumentare le quantità ma non i valori, esattamente in controtendenza le arance che segnano un ottimo +13,69% in valore.
Capitolo a parte le pere con segni molto positivi, ma a confronto con un’annata disastrosa come quella del 2021. I numeri del primo trimestre 2023 ricalcano quasi esattamente quelli del 2020, mentre sono molto peggiori di quelli del 2021 quando esportavamo 35.000 tons per un valore di 47 milioni di euro.
Bene, anzi molto bene, i limoni e i mandarini e le clementine a conferma di un primo trimestre sugli scudi per i nostri agrumi che segnano anche un calo significativo delle quantità importate. Le banane confermano il trend della frutta tropicale in genere con volumi in calo e valori in leggera crescita, senza scossoni l’import di ananas.
“Il rilancio dei consumi rimane l’obiettivo principale per i prossimi mesi – commenta il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi – intento che purtroppo non sembra essere raccolto dalla Unione Europea dalla quale si attendeva un incremento del budget promozionale. Invece la proposta per il 2024 resa nota nei giorni scorsi va nella direzione opposta con un calo di 1 milione di euro per i programmi multinazionali del settore ortofrutta”
“Si conferma – conclude Salvi – un comportamento incomprensibile se non schizofrenico della Commissione che proclama con la strategia Farm to Fork di voler incentivare il consumo dei prodotti freschi, ma non fa nulla di concreto in questa direzione, anzi ci propone soluzioni irricevibili come il regolamento sui fitofarmaci e sugli imballaggi”.
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